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Dislessia e interrogazioni programmate: perché?

Un ragazzo è dislessico sia a scuola che a casa.
Se la lettura di un brano a scuola chiederà al ragazzo il doppio sia di fatica che di tempo, stessa scena si presenterà anche a casa.
La gestione del tempo è per un bambino/ragazzo con DSA un ‘elemento fuori dal proprio controllo’.
Egli sa che deve fare i conti con la lettura in tutte le materie e dunque sa che fatica e stress lo aspettano sulle pagine del libro.

Mentre per ognuno di noi può risultare alquanto facile organizzare gli impegni nel corso della giornata, non è la stessa cosa per un bambino dislessico.
E’ complicato spiegare in poche parole, o anche in tante, cosa può provare un ragazzo dislessico di fronte alle parole di un’insegnante di scuola che gli comunica: “Domani interrogazioni a sorpresa” oppure “Domani verifica a sorpresa“.
E’ per questo che cedo la parola a Giacomo Cutrera che, da ragazzo dislessico di 25 anni laureato in ingegneria, riesce a trovare le giuste parole per descrivere ciò che si prova in una scena scolastica di questo tipo.
Un giorno un insegnante mi ha chiesto quale fosse la reale motivazione della richiesta delle interrogazioni programmate.
La mia risposta in quel momento poteva essere semplice e sbrigativa, ma effettivamente un bel disegno spesso è molto più utile di tante parole.
Il problema è la gestione del tempo.
Noi dislessici siamo dislessici non solo a scuola, ma anche a casa e quindi anche li l’impegno nella lettura in termini di tempo è alto. Ad esempio se il mio compagno di banco e amico aveva un pomeriggio scandito in questo modo: un ora per il pranzo, una per lo studio, una per i compiti poi di nuovo una per lo studio e un’altra per i compiti prima della cena poi si gioca e si vede la tv e infine a dormire.img_231951232
La mia giornata avrebbe dovuto essere scandita in modo simile, ma il tempo necessario per la lettura era molto maggiore praticamente il doppio e quindi avevo pranzo, studio, compiti e vedevo che era già ora di cena ma mancava ancora della roba da studiare e una valanga di compiti da fare quindi anche dopo cena studio e compiti che spesso rubavano anche delle ore di sonno.

Questo è quello che succedeva abitualmente e fin qui è solo un po’ triste perchè dovevo rinunciare al gioco e alla tv, ma il peggio arrivava quando la professoressa diceva :”Domani verifica a sorpresa” perchè in quei giorni i miei compagni saltavano il calcio o rinunciavano alla tv, mentre io non avevo ore libere da cui ottenere tempo e quindi il tempo veniva tolto al sonno al pranzo alla cena e tutto avveniva in un perenne stato di stress che ora tutti comprendiamo, ma che al tempo nessuno riconosceva e la gente si domandava perchè sembri sempre stanco.
Le interrogazioni programmate vengono incontro a questa esigenza per permetterci di organizzare il prezioso tempo che abbiamo a disposizione in maniera ottimale. Qualcuno mi ha detto che indicando il giorno e l’ora di una prova c’è il rischio che una persona si adagi e che non abbia la giusta tensione verso il compito. Mi sento di rassicurare: il rischio non è quello di un filo adagiato, ma il rischio di un filo talmente teso da spezzarsi”.

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