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DSA: capirci di più senza troppi ‘tecnicismi’

“Com’ è possibile che Francesco in quinta elementare faccia ancora così tanti errori di lettura, che invece i suoi amici non commettono?”.
Francesco è un bambino di 10 anni e frequenta la quinta classe della scuola primaria. I genitori di Francesco sono molto preoccupati perché il bambino legge molto lentamente e commette ancora tanti errori che invece suo fratello, alla stessa età, non commetteva. Non riesce mai a portare a termine i compiti scolastici e chiede sempre che qualcuno lo aiuti nei compiti, ma soprattutto nella lettura.

La preoccupazione cresce quando i genitori pensano al carico dei compiti scolastici che dovrà affrontare con l’ingresso nella scuola secondaria di I grado … Francesco spesso davanti ai compiti manifesta un atteggiamento di rifiuto e molte volte esprime il desiderio di non voler andar a scuola. Francesco ha avuto difficoltà ad imparare a leggere e si vergognava di leggere ad alta voce in classe davanti ai compagni. E’ lento anche nella scrittura, infatti durante i dettati in classe resta sempre indietro; in matematica non riesce proprio ad imparare le tabelline, soprattutto quelle del 4, 7, 8 e 9. Il papà sembra riconoscersi in alcuni atteggiamenti del figlio: dice che anche lui da piccolo odiava andare a scuola e leggere ad alta voce. E la cosa che ricorda meglio è la difficoltà a imparare le tabelline – ammettendo di avere ancora tuttora qualche difficoltà-.

CHE COS’E’ IL DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO?

In Italia circa il 4% dei bambini soffre di questi Disturbi, ciò vuol dire che centinaia di migliaia di bambini così come di famiglie devono convivere con questo problema.
Per capire cosa è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), occorre appropriarsi del significato delle singole parole che definiscono la sigla DSA.
Il termine “Disturbo” è un termine che spesso desta paura nei genitori o negli insegnanti ma in realtà esso viene utilizzato per indicare una caratteristica del bambino, fondata su una base neurobiologica.  Si tratta dunque di una caratteristica innata, che appartiene al bambino sin dalla nascita. E’ possibile infatti riscontrare difficoltà simili anche in un membro della famiglia vicino (padre, madre, fratelli o sorelle)  o lontano (zii, cugini, nonni o bisnonni…).
Si dice “Specifico” perché coinvolge solo alcune abilità del bambino come la lettura, la scrittura e il calcolo lasciando intatto il suo funzionamento cognitivo ovvero la sua intelligenza: i bambini e i ragazzi con DSA hanno infatti una intelligenza -il cosiddetto Quoziente Intellettivo (QI)- nella norma o anche al di sopra di essa. La perplessità e lo sconcerto che assale i genitori e gli insegnanti è legata infatti al non riuscire a trovare il motivo per il quale un bambino appare da un lato capace di compiere ragionamenti complessi sensati e dall’altra incapace di compiere un’attività ‘così semplice’ come la lettura (‘Ma come si fa a non imparare a leggere?).
Apprendimento” perché la difficoltà del bambino è legata unicamente ad abilità che necessitano dell’insegnamento. Le abilità di lettura, scrittura e calcolo infatti sono abilità non innate nell’ individuo ma apprese nel tempo a partire dal primo ingresso nella scuola.
Cosa accadrebbe se si decidesse di non insegnare più lettura, scrittura e calcolo ai bambini? Oppure, ancora più semplicemente: prima della nascita della scrittura, c’erano o no bambini dislessici o disortografici o altro?
Ovvio che si: bambini dislessici o disortografici erano presenti anche in quell’epoca ma con la differenza che, non essendo richiesto al bambino di apprendere la lettura, la scrittura e il calcolo, la difficoltà non ‘aveva motivo’ di manifestarsi. Se si decidesse infatti di non insegnare più suddette abilità e di valutarle, mai verrebbe fuori la difficoltà del bambino. Ciò significa che tali difficoltà si manifestano fin dalle prime fasi di apprendimento del bambino (con l’ingresso a scuola) e che, nonostante un’adeguata esposizione e un adeguato insegnamento, tali abilità non vengono acquisite nei modi e tempi previsti.

CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

La classificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento si basa sulle abilità strumentali ovvero sulla capacità del soggetto di decifrare quanto scritto, e dunque di leggere, scrivere, fare calcoli in modo automatico, cioè veloce e corretto.
Cercherò di presentarvi una classificazione dei DSA un po’ ‘insolita’: più che esporre i dettagli ‘tecnici’ del singolo disturbo, mi impegnerò a descrivere i caratteristici comportamenti di un bambino con quel particolare tipo di disturbo.
Dislessia: si tratta di un disturbo di lettura che coinvolge il bambino a casa e a scuola. Legge più lentamente dei suoi compagni di scuola e compie numerosi errori in relazione alla classe frequentata e ai coetanei. E’ una difficoltà che si manifesta con l’inizio della scuola: piano piano il bambino si rifiuta di andare a scuola, piange e presenta sempre più spesso ‘strani’ mal di pancia. A scuola può succedere che si rifiuti di leggere ad alta voce davanti ai compagni o di andare alla lavagna, sembra aver dimenticato tutta la lezione studiata il giorno prima. A casa chiede che qualcuno lo affianchi nello svolgimento dei compiti scolastici, comprende di più quando sono altri a leggere per lui, impegna molto tempo per fare i compiti, per poi sentirsi impreparato anche qualche ora dopo la fine dei compiti.
Disortografia: si tratta di un disturbo che coinvolge la componente linguistica della scrittura. Scrive più lentamente dei suoi compagni di scuola e compiendo molti errori ortografici ma non di comprensione. In un tema scritto, scrive in modo errato una stessa parola ma con errori differenti. Anche se corretti, ripresenta gli stessi errori anche nei compiti seguenti. Resta indietro nei compiti scritti e nei dettati, impiega molto tempo per fare i compiti, chiede spesso come si scrive una parola, spesso impugna male la penna. Spesso si rifiuta di andare a scuola.
Disgrafia: si tratta di un disturbo che coinvolge la componente motoria della scrittura. Sembra scrivere ‘con fatica’ e lentamente; esegue una scrittura illeggibile a una persona non famigliare e i suoi quaderni sono molto disordinati. Impugna male la penna quando scrive e non si siede in modo composto; a scuola resta indietro nel corso dei dettati e appare impacciato o goffo nei movimenti; spesso ha difficoltà ad abbottonarsi la camicia o ad allacciarsi le scarpe e ad usare le forbici. Spesso si rifiuta di andare a scuola.
Discalculia: si tratta di un disturbo del numero e/o del calcolo. I suoi quaderni sono disordinati, confonde i numeri sia in lettura che in scrittura, sembra non essere capace di leggere correttamente i numeri. Confonde le grandezze (non sa dire quale è il numero più grande e quale il più piccolo), non riesce ad imparare le tabelline nonostante gli innumerevoli pomeriggi dedicati ad esse. E’ lento nei calcoli a mente, confonde fra loro le procedure di addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione, usa le dita per fare conteggi anche semplici e non apprende a memoria calcoli come 10+10 o 5+5.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento non sono una malattia, ma è importante riconoscerli e diagnosticarli per tempo per poter intervenire tempestivamente.

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