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ATTACCO DI PANICO: UN VERO E PROPRIO ARRESTO ALLA VITA!

L’attacco di panico a differenza di quanto comunemente si pensa, è un disturbo diffusissimo che colpisce circa il 35% della popolazione soprattutto giovanile e coinvolge fattori sia fisici sia psicologi. Il disturbo d’attacco di panico, crea terrore e paura, è uno di quei disturbi capaci di mettere KO la persona che n’è stata colpita, anche per un solo episodio. Questo perché le terribili sensazioni di panico sono accentuate da sintomi neurovegetativi e psicosensoriali.Chi ne soffre o chi ha avuto almeno un attacco di panico riferisce di avere provato una delle sensazioni più terribili della propria vita: “Sto per morire, adesso muoio!”, “Non respiro, mi sembra di impazzire!”. Queste sono solo alcune frasi riportate da diversi pazienti, quando giungono presso il mio studio. L’attacco di panico, arriva improvvisamente senza motivi evidenti e/o validi, lasciando dietro di se una terribile paura di possibili recidive.Sono così spaventosi, che dal momento in cui avvengono, la qualità della vita della persona cambia radicalmente e inizia a prendere una connotazione diversa, tanto da indurre la persona a pensare in maniera frequente:

• Alla perdita di controllo
• Che può avere un attacco di cuore
• Che è prossimo alla morte

Se non curati, i DAP (disturbo di panico), si ripercuotono sulla qualità della vita, in diversi ambiti:

• Famiglia
• Relazione affettiva
• Lavoro
• Relazioni interpersonali

Inoltre, i DAP, se non sono curati, possono peggiorare lo stato di salute generale e psicologico della persona, iniziando ad ipotizzare ad una forma di “malattia organica” ancora da scoprire e che nessun medico non è stato in grado di diagnosticare. Ci sono frequenti interventi del 118, spesso chiamati perché si pensa al peggio.
Una delle conseguenze di questo pensiero da cortocircuito, è il possibile sviluppo di pensieri di tipo ossessivo-compulsivo.
Personalmente, mi è capitato, di osservare nella maggior parte dei pazienti, atteggiamenti di sfiducia verso se stessi e il mondo esterno, e soprattutto quando il disturbo è ormai conclamato si possono notare atteggiamenti volti al “ritiro sociale”.
Le persone con questi disturbi, pian piano evitano ogni genere di situazioni, come andare al cinema, prendere da soli la propria auto o semplicemente andare a fare la spesa.

Man suffering for a bad heart attack

Le domande che spesso i pazienti mi rivolgono: “Posso guarire dai disturbi d’attacco di panico?

Ritengo che a prescindere da quale disturbo psicologico la persona è affetta, la miglior cura è rappresentata dall’approccio emotivo e mentale della persona stessa. Il rapporto mente e corpo è inscindibile, entrambi si influenzano a vicenda. Nella cura di malattie organiche molto gravi, la letteratura medica e la psico-oncologia riferisce quanta importanza ha l’aspetto emotivo e umorale del paziente nell’affrontare il durissimo percorso di cura.
Rispondendo alla domanda: SI! si può assolutamente guarire dal disturbo d’attacco di panico.
Il primo passo, è fare una corretta diagnosi, perché spesso dietro i DAP si celano altri importanti disturbi come: depressione o forte stress.
Il mio approccio prevede tre incontri di natura anamnestica e psicodiagnostica. E’ importante raccogliere quanti più dettagli possibili, la storia del paziente, quando sono iniziati, con quale frequenza e in che fase del ciclo vitale esso si trova. Questo può aiutare il Terapeuta ad improntare un lavoro psicoterapeutico congruo con la personalità e le caratteristiche del paziente.
Alcuni pazienti riferiscono la preferenza verso gli “psicofarmaci” perché hanno talmente paura di non sopportare l’idea di averne altri.
Come Terapeuta e per mia esperienza, cerco di consigliare il paziente in un primo momento di affidarsi alla Psicoterapia e di andare ad escludere eventualmente problemi di natura organica tramite esami fisici (controllo dei segni vitali come frequenza cardiaca, pressione arteriosa, controllo del cuore e polmoni), solo dopo attenta diagnosi, quando lo ritengo necessario invio paziente verso medico competente per abbinare il farmaco. In questo caso è un tipo d’approccio integrato medico-psichiatra/psicologo-psicoterapeuta.

Outdoor sunrise yoga girl
Con questo non voglio affermare che ci sia un approccio più valido dell’altro, ci tengo a sottolineare che ogni caso è a se e va guardato nella sua complessità non nella sua specificità. L’essere umano non è una macchina né un computer ma un perfetto animale sociale fatto di carne ma anche di complessi meccanismi inconsci, invisibili a occhio nudo. Il compito del Terapeuta è rendere ciò che è invisibile in visibile!

Dr.ssa Francesca Elia Psicologa-Psicoterapeuta

Per info:
Studio Happiness – Psicologia e Psicoterapia
E.mail: infocentrohappiness@gmail.com
Tel.: 328. 01.65.153

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